| Storia dei Karen | Aiuti ai Karen | Sopralluoghi| Situazione attuale | Il Progetto 2001 | Progetto 2002 | Istruzione | Il presidio permanente | Mappe | | ||
Storia di Karen | ||
I
Karen, una delle principali etnie che compongono il mosaico birmano (circa
sette milioni su una popolazione di 44 milioni di abitanti), lottano dal
1949 contro il governo centrale di Rangoon per ottenere l'indipendenza
e preservare la loro identità.
Originari delle steppe della Mongolia, i Karen arrivano nei territori che oggi costituiscono la Birmania dopo una lunga migrazione durata duemila anni. Nella loro discesa a sud scoprono i grandi fiumi Irrawaddy e Salween che si insinuano attraverso gli ultimi contrafforti della catena himalayana. Primi abitanti delle vaste pianure situate all'estuario di questi fiumi, vi si insediano nel 730 Avanti Cristo vivendo in pace per due secoli, fino all'arrivo dei Birmani. Di origine Indo-Tibetana, i Birmani invadono le terre dei Karen costringendoli a rifugiarsi sulle montagne al confine con il Siam (l'odierna Thailandia). |
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Inizia lo scontro tra i due popoli. Le pianure conquistate dai Birmani
sono fertili, le montagne dei Karen non offrono molte risorse. La frattura
si fa via via più profonda nei secoli a seguire. Durante il periodo
coloniale britannico avviene la cristianizzazione di una parte della popolazione
Karen per opera di missionari battisti. L'eredità dell'evangelizzazione
si concretizza in un 30% di Karen tutt'ora fedeli al Cristianesimo.
Quando nel 1947 l'Inghilterra lascia la Birmania, il primo responsabile politico del nuovo paese, il Generale Aung San, propone una costituzione che prevede entro dieci anni il diritto di ogni gruppo etnico di separarsi dall'Unione e di ottenere piena indipendenza. Il disegno non viene realizzato, perché Aung San viene assassinato durante un colpo di stato che porta al governo una giunta militare che ben presto provoca la reazione armata dei Karen e delle altre etnie.6pm coupon Da allora, i popoli delle montagne hanno combattuto senza sosta per l'indipendenza. I Karen hanno condotto la loro lotta rinunciando per ragioni etiche ai facili guadagni derivanti dal traffico di droga, a cui si sono sempre opposti. |
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I Sopralluoghi | ||
Nel
1994 il KNU, organismo di rappresentanza politica dei Karen, gestiva buona
parte del territorio abitato da questa etnia. Nella capitale, Manerplaw,
un villaggio di palafitte che ospitavano ministeri e dipartimenti dell'amministrazione,
erano presenti gli esponenti del vasto panorama della dissidenza politica
birmana, dalla NLD (National League for Democracy) di Aung San Suu Kyi
ai gruppi degli studenti fuggiti da Rangoon dopo le manifestazioni di
protesta del 1988. Manifestazioni che si erano concluse nel sangue, con
l'intervento dell'esercito che aveva provocato circa tremila vittime.
Andammo a Manerplaw entrando clandestinamente in Birmania per seguire i combattenti Karen, in quei mesi impegnati a respingere le offensive dei birmani contro la città - simbolo della loro resistenza. Passammo giorni e giorni in trincea a contatto con giovanissimi guerriglieri che tenevano testa ad uno dei più armati eserciti del sud est asiatico. Trascorremmo lunghe notti a discutere con comandanti e uomini politici, per cercare di comprendere i perché della orgogliosa lotta intrapresa oltre quarant'anni prima. La vita quotidiana nei villaggi Karen ci permise di leggere in profondità l'indole di questo popolo: aperto e tollerante nei confronti degli stranieri, semplice e pacifico nell'impostazione dei rapporti all'interno della comunità tradizionale. Ma al tempo stesso inflessibile nell'applicazione di codici di comportamento ispirati ad un certo puritanesimo di matrice cristiana. Per i Karen l'uso e il commercio della droga, lo sfruttamento della prostituzione e l'abuso di alcool sono reati puniti con esemplare severitàmacys coupon codes . Negli
anni seguenti, l'impegno di chi aveva conosciuto da vicino la situazione
di questo popolo si concretizzò nell'adesione alle campagne promosse
da Amitiè Franco - Karen, organizzazione umanitaria francese (loi
1901) che sostiene i Karen attraverso l'invio di medicinali e la sensibilizzazione
dell'opinione pubblica e delle istituzioni politiche. |
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Nel
marzo 2001, pochi giorni dopo la costituzione della nostra Comunità,
una missione ricognitiva di POPOLI si è recata nel distretto di
Dooplaya, nello Stato Karen, allo scopo di individuare settori di intervento
umanitario su cui concentrare i primi progetti della Associazione.
Ci siamo resi subito conto che la situazione era ben diversa da quella conosciuta durante i precedenti viaggi. La caduta di Manerplaw, capitale di Kawthoolei, nome con il quale i Karen chiamano la loro terra, aveva causato gravi ripercussioni sull'organizzazione civile e militare dell'intero stato. La perdita di buona parte del territorio su cui i Karen basavano le loro attività (coltivazione e taglio di piante dal legname pregiato, produzione di riso e bamboo, piccoli commerci di sussistenza) aveva messo in ginocchio il sistema economico della organizzazione statale. Di conseguenza, i servizi di base, una volta garantiti dal K.N.U. (Karen National Union) avevano subito una drastica riduzione. Inoltre, l'estendersi delle operazioni militari condotte dal Tatmadaw (esercito birmano) all'interno di Kawthoolei, provocava la fuga di civili dai loro villaggi di origine. Duecentomila hanno raggiunto i campi profughi allestiti in Thailandia. Ma più di un milione hanno scelto di non lasciare la loro terra e di cercare di sopravvivere in rifugi improvvisati nella giungla. Sanità, istruzione, assistenza sociale: queste i tre settori segnalati dai volontari di POPOLI come i più urgenti da affrontare con progetti di sostegno a favore proprio di questi "profughi interni" (I.D.P. Internally Displaced People secondo la terminologia ufficiale dell'O.N.U.) |
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Aiuti ai Karen | ||
Gli
aiuti internazionali alla popolazione Karen si limitano a pochi interventi
condotti da alcune Organizzazioni Non Governative (N.G.O.) e da alcuni
privati.
Organizzazioni come Medici senza Frontiere, Aide Medical International e il Comitato Internazionale della Croce Rossa, concentrano peraltro gran parte dei loro progetti nell'ambito dell'assistenza ai profughi accolti nei campi thailandesi lungo il confine con la Birmania. L'ECHO, (European Community Humanitarian Office) sta stanziando 2.000.000 di Euro a favore di progetti per il miglioramento delle condizioni igieniche e sanitarie di diverse popolazioni che abitano in Birmania. Ma la situazione degli I.D.P., i profughi interni Karen, resta la più critica, in quanto soltanto una infinitesima parte degli aiuti internazionali va a sostenere alcuni di essi. Essendo gruppi di persone in movimento nella giungla, costrette a muoversi da un insediamento all'altro per sfuggire ai combattimenti, alle rappresaglie dell'esercito birmano, alla mancanza di cibo, essi sono più difficilmente raggiungibili dalle azioni umanitarie. |
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Una organizzazione tedesca, Freunde fur Asian E.V., iniziò nel 1997, in collaborazione con il Dipartimento della Sanità dell'autorità Karen, il progetto Cliniche Mobili, al quale oggi si ispira l'intervento di "POPOLI". L'organizzazione tedesca ha partecipato alla costruzione e al mantenimento di 5 cliniche in diversi distretti dello stato Karen. Frequente, seppur irregolare, il sostegno da parte di gruppi di ispirazione religiosa (protestanti, battisti, avventisti, cattolici) ad iniziative umanitarie non coordinate. Amitié Franco-Karen, associazione francese, ha provveduto con maggiore regolarità all'invio di medicinali nella regione e ha affiancato le delegazioni dell'autorità karen nei contatti diplomatici in Europa. |
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Situazione attuale | ||
Massicce
offensive dell'esercito birmano hanno portato, nel 1995, alla caduta della
"capitale" dello stato dei Karen, Manerplaw, e alla conseguente
disfatta dei loro reparti di autodifesa.
Recentemente il governo birmano ha ottenuto degli accordi con la quasi totalità dei movimenti indipendentisti. Nonostante la precaria situazione militare gli unici a mantenere una posizione intransigente nei confronti della dittatura sono i Karen. La loro posizione ha avuto come conseguenza un ulteriore accanimento dei reparti dell'esercito birmano contro il territorio abitato da questa popolazione. Le operazioni hanno provocato l'esodo di centinaia di migliaia di Karen, costretti a spostarsi nella giungla per sfuggire ai rastrellamenti, agli arresti e alle esecuzioni sommarie, divenendo in pratica profughi all'interno del loro stesso paese (I.D.P. Internally Displaced People, secondo la terminologia O.N.U.) Un altro fronte in lotta contro la giunta è quello che ha il suo massimo esponente nella figlia del Generale Aung San. Premiata con il Nobel per la Pace nel 1991, Suu Kyi, di etnia Birmana, è attualmente agli arresti domiciliari, dopo che, in seguito alla sua vittoria nelle elezioni politiche, i militari l'hanno dichiarata "pericolosa per l'unità del Paese". Il regime birmano, una narcodittatura sostenuta militarmente dalla Cina, intrattiene remunerativi rapporti commerciali con multinazionali europee e statunitensi, interessate allo sfruttamento delle risorse energetiche del Paese. Alle realizzazioni delle imprese multinazionali "partecipano" anche i Karen, in qualità di moderni schiavi alle dipendenze della giunta di governo: organizzazioni internazionali come la I.L.O. (International Labour Organization) denunciano con le loro risoluzioni il frequente e criminale utilizzo di individui appartenenti alle minoranze etniche come manodopera forzata. Attualmente, circa duecentomila Karen sono ospitati in campi profughi che il governo thailandese ha allestito lungo il confine con la Birmania, mentre circa un milione di persone vive in precari insediamenti in territorio birmano, sotto la minaccia di incursioni da parte dei militari di Rangoon. A questi profughi interni va il sostegno di POPOLI. |
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Il Progetto nel 2001 | ||
Nell'aprile
2001 " POPOLI " ha lanciato una campagna per la raccolta di
fondi da destinare all'acquisto di medicinali e beni di prima necessità
per i profughi interni Karen.
Il sopralluogo condotto in precedenza nel distretto di Dooplaya aveva evidenziato le drammatiche conseguenze della mancanza di farmaci contro la malaria , le infezioni gastrointestinali, le infezioni delle vie respiratorie e di quelle urinarie. La scarsità di apporto vitaminico nella dieta dei bambini risultava altrettanto grave. Inoltre, la presenza di feriti da arma da fuoco, da granate, da mine antiuomo, rendeva necessaria la fornitura di strumenti per il pronto soccorso. L'assistenza sanitaria ai profughi interni Karen, cioè ai soggetti maggiormente colpiti dalle conseguenze delle campagne militari, è affidata a delle cliniche mobili, strutture che vengono evacuate in caso di attacco da parte dei soldati birmani, per essere nuovamente allestite in zone più sicure della giungla. Nel settembre 2001 i volontari di "POPOLI" , accompagnati da un farmacista di "Pharmaciens sans Frontiers", hanno consegnato all'organizzazione sanitaria karen (Department of Health and Welfare) un carico di farmaci acquistati a Bangkok sulla base di una accurata lista stilata con i medici del D.H.W. La nostra organizzazione ha curato poi la distribuzione recandosi nel distretto di Dooplaya attraverso il confine thailandese. Le cliniche mobili da noi rifornite sono due: una di queste non disponeva di alcun farmaco da oltre tre anni. Il loro bacino di utenza è di circa cinquemila persone sparse in insediamenti che sorgono nei dintorni : il nostro intervento di settembre ha garantito alle due strutture la disponibilità di farmaci essenziali per un periodo di sei mesi. L'impegno di POPOLI, assunto nei confronti di questa comunità di profughi interni, è quello di proseguire la regolare fornitura di medicinali e strumenti di pronto soccorso negli anni a venire, e di sviluppare nuovi progetti di assistenza sanitaria. |
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Tra
i progetti in corso di attuazione da parte della nostra Comunità,
il primo che ha preso corpo è stato quello di aiuti farmacologici
e sanitari diretto al sostegno della popolazione Karen.
In particolare, il nostro aiuto si è concretizzato nell'adozione di due cliniche presenti in territorio dello stato Karen, curandone il rifornimento per tutte le loro necessità; il bacino di popolazione servito è di circa quattro/cinquemila persone. In accordo con i responsabili sanitari del luogo, è stata studiata l'organizzazione di un corso indirizzato alla formazione di base per il personale paramedico sulla medicina dentale d'urgenza. Questo personale diverrà quindi, in seguito, utilissimo alla struttura del DHW (Department of Health and Welfare) in quanto si assumerà il gravoso compito di visitare tutta la popolazione Karen che non vive nei villaggi dove risiedono già le unità mobili di aiuto medico, ma sono rifugiati nella foresta per sopravvivere alle persecuzioni dell'esercito birmano. L'attività del corso sarà riservata a personale che risulta titolare della formazione di I° e II° livello per l'assistenza nelle cliniche mobili. Il personale paramedico - oltre alla prevista istruzione di base, verrà inoltre dotato di un set di pronto intervento dentale personale così come, se i fondi raccolti lo permetteranno, è nostra intenzione attrezzare con strumenti migliori ed adeguati anche i due centri sanitari mobili adottati dalla nostra Comunità. Aspetti
logistici. |
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Nascita
del progetto
Il Dipartimento per la Sanità e i Servizi (Department of Health and Welfare, DHW) dell'Unione Nazionale Karen (Karen National Union, KNU) è nato al fine di fornire assistenza pubblica unicamente alle popolazioni residenti nella Birmania sud-orientale, lungo il confine con la Tailandia, seguendo un proprio programma sanitario-assistenziale. All'inizio del 1997 la KNU, in seguito all'offensiva del esercito regolare birmano, dovette cedere il controllo di gran parte dei suoi territori. Una conseguenza di ciò fu l'interruzione dei servizi attuati dal DHW, si rese infatti necessaria una radicale trasformazione del sistema sanitario, non essendo più possibile mantenere sedi permanenti per le cliniche, in quanto la popolazione era obbligata a spostarsi costantemente per sfuggire agli attacchi delle truppe di Rangoon. Nel 1997 una O.N.G. tedesca, in collaborazione con il DHW, iniziò un progetto sperimentale chiamato "Programma Clinica Mobile" (Mobile Health Clinic Program, MHCP), impiantando una prima clinica mobile per i profughi interni (Internally Displace People, IDP). Nel 1998 fu ampliato il progetto realizzando due ulteriori cliniche mobili. Poiché il servizio si è rivelato di grande utilità, col tempo è aumentata la richiesta di prestazioni mediche. Nel 2000 le cliniche sono cresciute a quattro. La nostra Comunità, nel 2001, ha adottato due nuove cliniche, portando il totale di queste vitali unità a sei. L'obiettivo principale del MHCP è di fornire assistenza sanitaria di base da una sede semi-permanente alle aree circostanti, tenendo costantemente presente i pericoli che possono minacciare la clinica. In ciascuna clinica mobile sono presenti cinque operatori sanitari addetti alla medicina di base e al pronto soccorso, per una popolazione che va dai 3500 ai 5000 rifugiati. Il personale dispone di una quantità di farmaci essenziali sufficiente per tre mesi, nonché di una "clinica" che può essere installata dove necessario, nella quale sono sempre presenti due operatori. Gli altri tre visitano i profughi interni nelle aree circostanti. L'equipe deve tenersi costantemente pronta a spostarsi per motivi di sicurezza, lontano da qualsiasi impedimento o pericolo dovuto alla presenza di truppe birmane, portando con sé i medicinali, le attrezzature mediche e gli eventuali pazienti. Situazione attuale: a causa della mancanza di un accordo per il cessate il fuoco fra lo stato Karen e l'SPDC, l'area Karen è la più pericolosa, tanto per i profughi interni quanto per i medici delle cliniche mobili. In molti distretti sono in atto offensive dell'esercito birmano che sta cercando di annientare tutti i gruppi di resistenza. Lo scorso anno l'SPDC costrinse gli abitanti dei villaggi ad una ricollocazione forzata, si impossessò dei loro beni, bruciò le loro abitazioni e distrusse le loro risaie. Gli abitanti furono costretti ad arrendersi o ad espatriare. Molti sfollarono senza riuscire a ristabilirsi in vere e proprie comunità. Anche bambini caddero vittime delle loro sparatorie. Sempre più spesso i profughi interni dell'area Karen si trovano senza cibo e nel rischio crescente di essere feriti o uccisi dalle mine. La mancanza di cibo, riparo e medicinali aumenta l'esposizione dei profughi interni a problemi di natura sanitaria. La presenza delle truppe birmane rende più difficoltoso ai medici raggiungere le persone e più rischioso per le persone raggiungere la clinica. Quando gli abitanti devono fuggire dall'SPDC, si rifugiano solitamente nella giungla, dove aumenta il rischio di malaria e di altri problemi sanitari. Interventi di educazione sanitaria si sono svolti in alcune comunità con la collaborazione di insegnanti, capi villaggio, e gruppi di donne che organizzavano gli incontri. I medici hanno fornito dimostrazioni pratiche per la corretta costruzione di latrine, per l'igiene personale (rivolgendosi in particolare ai bambini), dell'abitazione, e per la bollitura dell'acqua. Nonostante le difficoltà, l'educazione sanitaria sta lentamente cominciando a produrre qualche risultato nelle comunità. Ciascuna delle sei cliniche fornisce nella sua sede ed all'esterno nell'area circostante, visite mediche, diagnosi e terapie. Per questi medici è possibile lavorare soltanto quando l'SPDC non è attivo nella zona. In tutta l'area vengono effettuate terapie curative delle affezioni comuni, come malaria (P. falciparum - spesso clorochino e meflichino resistente, e P.vivax - sensibile alla clorochina) diarrea, infezioni respiratorie, anemia, parassitosi, malattie della pelle. Sono fornite inoltre cure di pronto soccorso per incidenti e ferite. Le cliniche dispongono delle attrezzature per piccoli interventi di chirurgia, visite dentistiche generiche, esami clinici di base, ostetricia generale. Vi si preparano inoltre kits d'emergenza per ferite da arma da fuoco e mine. I pazienti più gravi e quelli cronici vengono invitati a rivolgersi all'ospedale più vicino. Se il paziente acconsente, un medico lo accompagna a destinazione, senza però entrare in ospedale, per motivi di sicurezza. Quando è possibile, il paziente viene inviato ad una ONG medica in Tailandia, che offre cure gratuite. Se il paziente viene ricoverato in un ospedale birmano, le spese mediche (quelle ufficiali e quelle "ufficiose") sono molto elevate. Molti pazienti rifiutano il ricovero, per motivi di sicurezza o, più spesso, per indisponibilità economica. Questi pazienti di solito non sopravvivono. Aspetti Logistici: nello svolgimento operativo del progetto, un responsabile di Popoli si recherà in loco, verificando e garantendo le spese che vengono effettuate. Tutti i farmaci vengono acquistati a Bangkok in Tailandia presso un grossista, referente di molte organizzazioni umanitarie, di estrema fiducia. All'organizzazione delle singole missioni, partecipa anche un farmacista che cura il controllo e l'esattezza delle ordinazioni di farmaci, che siano cioè conformi alle necessità di cui alle malattie riscontrate, al numero di popolazione servita, alla adeguatezza dei principi etc. Le etichette delle confezioni sono scritte in inglese, ma tutti gli operatori sanitari karen sono in grado di leggerle. L'organizzazione si fa carico anche del trasporto dei medicinali fino al confine con la Birmania. |
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L'istruzione | ||
La
popolazione residente nei villaggi karen e i profughi interni traggono
il loro sostentamento dalla coltivazione del riso. Alle naturali variazioni
della produzione annuale, si aggiungono le razzie compiute dai militari
che estorcono il raccolto e seminano di mine anti-uomo i campi dedicati
alla coltivazione. Non da ultimo gli abitanti sono costretti - dal regime
militare birmano - ad effettuare lavori forzati in qualità di portatori,
nella raccolta del legno, nelle coltivazioni di bamboo ed altro.
In questo modo all'istruzione non può venir garantito il necessario sostegno economico. |
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Questa
la situazione dei centri scolastici, obiettivo del nostro progetto: l'apertura
delle scuole risale agli anni 1964/1966 ma l'attività dei centri
non è mai stata regolare sia perché gli abitanti non hanno
potuto sostenerne i costi negli anni di crisi sia per le difficoltà
incontrate nella ricerca di insegnanti disponibili in queste località
disagiate e pericolose. La rilocazione forzata dei villaggi condotta dall'esercito
birmano attraverso la distruzione degli insediamenti originari ha costretto
più volte il Comitato per i Rifugiati Interni Karen (Karen Internally
Displaced People Committee - KIDPC) a ripartire da zero con i programmi
di istruzione primaria.
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Gli
insegnanti che accettano di seguire le scuole locali sono pagati dagli
abitanti ma durante i momenti di tensione nei distretti, il loro salario
non può essere pagato; gli insegnanti, in queste situazioni, si
vedono costretti ad abbandonare la loro opera dopo uno o due anni, per
ricercare altri lavori che garantiscano loro una minima fonte di sopravvivenza.
Diventa così sempre più difficile trovare insegnanti qualificati
ed adeguati alle funzioni dell'istruzione.
I
genitori di moltissimi bambini e giovani si trovano quindi frequentemente
a fronteggiare urgenze primarie vitali. Si riscontra quindi un consistente
affievolimento nell'interesse per l'istruzione ed i figli sono indirizzati
quanto prima verso un possibile lavoro per il sostenimento della famiglia. |
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Aspetti
Logistici Mediamente,
in ciascun centro di istruzione, sono presenti circa 80 studenti, la metà
dei quali in età da asilo mentre i restanti coprono la fascia relativa
ai quattro anni di istruzione primaria. Le
necessità per il sostenimento di una scuola pubblica/centro di
istruzione, per i figli dei profughi interni Karen è la seguente: La
Borsa Di Studio |
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Il presidio permanente | ||
La
naturale evoluzione del progetto sanitario studiato da POPOLI a favore
dell'etnia Karen sarà la realizzazione di un presidio medico permanente
in un'area sicura, a ridosso dei distretti serviti dalle cliniche mobili.
Il presidio permetterà una migliore assistenza ai profughi interni
, attraverso l'opera di medici europei che la nostra organizzazione provvederà
ad inviare con un avvicendamento periodico.
Pediatria, ginecologia, oculistica, chirurgia generale, odontoiatria saranno alcuni dei servizi che cercheremo di garantire per migliorare le condizioni di vita degli I.D.P. (Internally Displaced People, profughi interni secondo la terminologia delle Nazioni Unite). Il presidio godrà della collaborazione da parte di personale locale formato dal D.H.W. (Department of Health and Welfare) e fungerà anche da centro di scambio per il trasferimento di tecniche e conoscenze sanitarie tra i medici espatriati e quelli Karen. Il vostro aiuto economico è indispensabile per l'avvio di questo ambizioso progetto. |
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Mappe | ||