Definizione
di farmaco generico
I
farmaci generici sono quei farmaci di cui è scaduto il brevetto
(di proprietà dell'azienda che ha "scoperto" il farmaco
e che ne detiene il monopolio commerciale per circa una ventina d'anni)
che vengono quindi commercializzati con il nome chimico internazionale
(INN- International Non proprietary Name) anziché con un nome commerciale
di fantasia (es: acido acetilsalicilico 500mg da tutti conosciuto come
aspirina, che è il nome di fantasia dato al prodotto da bayer,
l'azienda che ha detenuto il brevetto per questo prodotto, nel caso di
commercializzazione come prodotto generico dovrebbe chiamarsi solo "acido
acetil salicilico" - altro esempio: la tachipirina è il nome
commerciale del paracetamolo che nel caso del generico si chiamerà
paracetamolo).
Il farmaco generico dovrà garantire, oltre alla stessa efficacia
terapeutica, gli stessi requisiti di qualità, sicurezza e biodisponibilità
del corrispondente farmaco commerciale di cui è scaduto il brevetto.
Perché è preferibile utilizzare farmaci generici nelle missioni
umanitarie:
- Il generico costa
molto meno.
- Si possono confezionare
in recipienti contenenti numerose "unità posologiche",
cioè numero di capsule o compresse (5000, 10.000 in un barattolo
delle dimensioni di quello della nutella) che quindi, occupando molto
meno spazio richiedono minor spesa di trasporto.
- Riportano in etichetta
il nome chimico internazionale, la cui comprensione è universale
e ciò evita grossolani e dannosissimi errori nel suo utilizzo
(un operatore sanitario russo non può sapere cosa sia la tachipirina
e tantomeno leggere il foglietto illustrativo scritto in italiano).
- Vi sono minori
rischi che vengano, una volta giunti a destinazione, commercializzati
sul mercato nero, data la maggiore difficoltà di "condizionamento"
(suddivisione del contenuto in confezioni rivendibili al pubblico) mentre
una confezione commerciale vi finisce 5 volte su 10.
L'utilizzo del generico è raccomandato dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità, che suggerisce, in concerto con le maggiori agenzie
umanitaria internazionali, di inviare farmaci e materiale medico chirurgico
solo previa autorizzazione da parte del destinatario, accertato fabbisogno
( per questo vengono effettuate le cosiddette "missioni di valutazione")
e garanzia di qualità del farmaco inviato; quello che non è
"buono" per noi, non lo è nemmeno per chi ha maggior
bisogno. Su quest'ultimo punto l'OMS insiste sopratutto al fine di evitare
l'invio di farmaci "di raccolta" di cui non è garantita
la provenienza e la qualità (una volta che il farmaco esce dal
suo circuito, cine azienda-grossista-farmacia non può dare garanzia
di buona conservazione) e sopratutto, essendo questi ultimi raccolti senza
precisi criteri, non sono quasi mai attinenti ai fabbisogni e in quantità
sufficienti per garantire l'aderenza ad un preciso piano terapeutico (si
sconsiglia, infatti, anche l'invio di campioni gratuiti che contengono
qualche unità per confezione). Un esempio pratico: una scatola
di banalissimo antibiotico Zimox (amoxicillina) contiene 12 pastiglie.
una cura completa è di sei gg, due pastiglie al giorno. se nella
scatola vi sono solo otto pastiglie il ricevente non potrà completare
la cura rischiando di sviluppare resistenza a quell'antibiotico.
* Si
ringrazia la Dottoressa Elena Gandini, membro del Comitato di "Pharmaciens
Sans Frontieres
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